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Coltivare la Cannabis: differenze tra i vari semi

Da qualche anno a questa parte, è esploso il fenomeno della coltivazione domestica di Cannabis. Che si tratti di un utilizzo terapeutico o puramente ricreativo, questa pianta suscita l’interesse di sempre più persone che si rivolgono ai vari shop online per acquistare facilmente semi di Cannabis, come il famoso Sensoryseeds.it che vende diverse tipologie di semi, con un contenuto di THC consentito dalla legge per una coltivazione legale e sostenibile.

I benefici della Cannabis sono ormai noti da millenni e sono tante le civiltà, antiche e moderne, che si servono di questa pianta per diversi utilizzi. Nell’antica Cina, ad esempio, era utilizzata come infuso medico per il trattamento di vari stati infiammatori o come antidolorifico ed è, infatti, una delle piante più utilizzate nella medicina tradizionale cinese.

Attualmente, seppur la medicina sia cambiata, soprattutto in occidente, le proprietà calmanti della Cannabis suscitano l’interesse di molte persone che vedono in questa pianta una piacevole alternativa naturale per il trattamento di dolori fisici o di particolari situazioni di stress psico-emotivo.

Ciò non vuol dire che la Cannabis sia da intendere come una panacea per tutti i mali, o come un sostituto delle medicine scientificamente accreditate, ma ciò non toglie che le proprietà contenute nel suo principio attivo, il cosiddetto THC, abbiano degli effetti positivi.

La coltivazione della Cannabis, soprattutto per uso domestico, non è affatto semplice e richiede delle attenzioni particolari sia per quanto riguarda la selezione dei semi che per le condizioni ambientali che sono, forse, la parte più complicato di questo tipo di coltura.

Ma cosa c’è da sapere sul contenuto di questa particolarissima pianta e sulla sua coltivazione? Andiamo a vedere più nel dettaglio di cosa si tratta e cosa bisogna sapere prima di iniziare a coltivarla in casa.

Cannabis: Principio attivo ed effetti sull’organismo

Il principio attivo principale della Cannabis è il delta – 9 – tetraidrocannabinolo, chiamato comunemente THC o semplicemente tetraidrocannabinolo. Si tratta di una sostanza psicotropa prodotta dai fiori di Cannabis che può avere diversi effetti sull’organismo in base alla quantità contenuta ed all’utilizzo che se ne fa.

Proprio per questo motivo, al di sopra di una determinata percentuale di THC, l’utilizzo e la coltivazione di Cannabis non è consentita dalla legge poiché andrebbe, poi, a superare quella linea sottile tra la pianta medicamentosa e la più nota droga leggera (legale in alcuni stati, ma non in Italia).

In linea di massima, si può dire che questo principio attivo abbia proprietà antidolorifiche, euforizzante, stimola l’appetito ed abbassa la nausea, inoltre, è provato che abbassa anche il livello di aggressività ed ha proprietà rilassanti.

Nella coltivazione della Cannabis, è particolarmente importante la concentrazione di tetraidrocannabinolo poiché da essa dipende l’intensità di questi effetti e l’utilizzo che se ne vuole fare. A dosi molto elevate, ad esempio, oltre il 60% circa, può avere anche effetti molto negativi sull’organismo agendo sul sistema nervoso. Per questo motivo, i semi sono altamente selezionati cercando le genetiche migliori che diano qualità di fiori più pregiate e che diano i dovuti benefici.

Le varietà di semi di Cannabis

In questa selezione genetica, quindi, gioca un ruolo fondamentale la scelta dei semi che possono essere di diverso tipo e che hanno una coltivazione e caratteristiche diverse, e possono essere scelte in base all’utilizzo che se ne vuole fare ed al tipo di coltivazione che si sceglie.

Quando si decide di avvicinarsi a questo tipo di coltivazione, può capitare di leggere di semi femminizzati o autofiorenti, ma cosa significa? Vediamo nello specifico quali sono i diversi tipi di semi ed in che modo si possono utilizzare.

Innanzitutto bisogna sapere che la Canapa è una pianta dioica, questo significa che hanno gli organi riproduttivi maschili o femminili su due piante diverse. Ci si può trovare, quindi, di fronte ad una pianta maschio o una pianta femmina, distinguibili in base al tipo di fiore.

I semi di Cannabis possono essere sostanzialmente di tre tipo: regolari, autofiorenti e femminizzati.

  • I semi regolari possono produrre una pianta femmina o una pianta maschio, con una percentuale indefinibile. Inoltre, sono piante stagionali che crescono e fioriscono solo con particolari condizioni climatiche e di luce. Queste piante, se coltivate con luce artificiale, crescono con 18 ore di luce e fioriscono a 12 ore di luce;
  • I semi autofiorenti nascono generalmente dall’incrocio tra Cannabis Ruderalis ( quindi regolare e stagionale) e possono essere, proprio come i regolari, sia maschi che femmine ma non hanno stagionalità. Possono, quindi, fiorire in qualsiasi condizione ambientale e di luce, in un periodo che va dai 2 (per le varietà più veloci e con un ciclo di vita più breve) ai 3 mesi (per quanto riguarda, invece, le varietà più grandi);
  • I semi femminizzati: sono dei semi che generano solo piante femmine. Questi semi, prima di essere commercializzati, sono sottoposti ad un trattamento che garantisce al 99,9% che la pianta generata da esso sia femmina. Si tratta, inoltre, di piante stagionali soggette al fotoperiodo e crescono e fioriscono in base ad esso.

Queste varietà di semi, possono anche essere mescolate tra loro ottenendo, quindi, delle varietà ibride come, ad esempio, i semi Autofiorenti Femminizzati che andranno a generare delle piante femmine autofiorenti che, quindi, crescono e fioriscono in un arco temporale che va dai 2 ai 3 mesi, indipendentemente dal fotoperiodo.

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